SAN GIOVANNI IL BATTISTA

domenica 27 giugno 2010

Natività di San Giovanni Battista-24 Giugno-Diaconia


Natività di San Giovanni Battista-24 Giugno


Padri della chiesa
La nascita del precursore del Signore, come tramanda il Vangelo, fu illustrata da molti grandi prodigi, perché era conveniente che colui, del quale non c’è stato
“alcuno più grande fra i nati di donna”, eccellesse sugli altri santi per splendore di virtù già dalla nascita. I genitori, vecchi e a lungo sterili, esultano per il dono
della prole nobilissima; e al padre, che l’incredulità aveva reso muto, si scioglie la lingua per salutare l’araldo della nuova grazia. Né soltanto gli viene restituita
la facoltà di benedire Dio ma gli viene accresciuta la capacità di profetizzare su di lui. Perciò a ragione la Chiesa solo di Giovanni, fra tutti i santi, celebra la
nascita accanto a quella del Signore: […] fu ripieno infatti di Spirito Santo fin dal seno della madre; predicando, consacrò al Signore molti figli di Israele; venne
nello Spirito e nella potenza di Elia, prima del Signore, per insegnare al suo popolo, battezzandolo in acqua, a essere adatto a riceverlo quando apparisse […].
“Nell’ottavo giorno vennero a circoncidere il fanciullo e lo volevano chiamare col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre rispondendo disse: “No si
chiamerà Giovanni”. Questo significava che il sacerdozio della legge (= Zaccaria) tacitamente offriva testimonianza alla grazia nascente, perché dobbiamo
credere che nulla sia stato fatto o detto nell’antica legge che non abbia prefigurato la grazia del Vangelo.
Nel giorno della circoncisione, quando ricevette il nome di Giovanni “tutti i loro vicini furono presi da timore e nelle montagne della Giudea si parlava di questi
avvenimenti”. Così al tempo della resurrezione del Signore, quando discese lo Spirito e la gloria del suo nome fu manifestata al mondo, subito un salutare
timore colpì i cuori non solo dei giudei, ma anche delle genti straniere fino ai confini della terra. A ragione la circoncisione di Giovanni anticipa simbolicamente
la resurrezione del Signore perché come quella liberava dalla colpa, così questa ha manifestato la perfetta novità della vita immortale. Ma ascoltiamo che cosa
dice Zaccaria profetando: “Benedetto il Signore Dio d’Israele perché ha visitato e redento il suo popolo”. Il Signore ci ha visitato come un medico i malati,
perché per sanare l’infermità della nostra superbia ci ha offerto il nuovo esempio della sua umiltà; ha redento il suo popolo perché ha liberato a prezzo del suo
sangue noi che eravamo schiavi dell’antico nemico. Dice ancora: “Ci ha visitati sorgendo dall’alto, per illuminare quelli che giacciono nelle tenebre e nell’ombra
di morte, per dirigere i nostri passi sulla via della pace”. Ci ha portato la vera luce della sua conoscenza e ci ha mostrato il sicuro cammino per la patria celeste:
ci ha fatto camminare nella via della verità per farci entrare nella casa della pace eterna. E poiché oggi celebriamo la nascita del precursore, a lui, che
abbiamo accolto annunziatore della salvezza eterna, dobbiamo chiedere che ci ottenga di giungere alla luce, vita e verità a cui egli ha reso testimonianza,
Gesù Cristo, nostro Signore e Dio (Ven. Beda, Omelie sul vangelo, II, 20).

Altri autori cristiani
Come Elisabetta (1,41), anche Zaccaria fu pieno di Spirito Santo e quale profeta innalza a Dio la sua lode. Il suo canto, come quello di Maria, proclama l’agire
di Dio limitandosi al popolo d’Israele. Dodici verbi ne descrivono l’agire, e Dio, come nel canto di Maria, appare come il Signore, l’Onnipotente, il Misericordioso,
il Fedele, il Santo. Ogni frase, ogni concetto di questo meraviglioso inno è un richiamo all’Antico Testamento e il tutto offre una sintesi di quella storia.
Cinque strofe compongono l’inno. La prima e l’ultima coincidono: parlano del Salvatore e della salvezza. La seconda e la terza si richiamano nei concetti,
mentre i verbi ricordarsi (1,72) e giurare (1,73), che nell’ebraico hanno le stesse consonanti presenti nei nomi di Zaccaria ed Elisabetta, continuano un tema di
questo primo capitolo di Luca : l’agire di Dio è un agire fondato sull’alleanza e sulle promesse fatte ad Abramo. Infine la quarta strofa indica la realtà da cui si
parte: Giovanni, ormai nato, è il motivo della lode che Zaccaria eleva a Dio. Eppure egli non parla a nome suo, ma a nome di un popolo che, nel suo inno
appare come l’unico destinatario dell’agire di Dio. Per questo abbiamo iniziato il canto con Lodiamo, anche se letteralmente si dovrebbe tradurre Benedetto.
Tre sono i momenti qui ricordati: il presente, il passato, il futuro. L’esperienza umana e religiosa da cui si parte (IV strofa) è la presenza di Giovanni. Egli con il
suo nome annunzia che Dio fa grazia. Ora Zaccaria va al di là di questa realtà e vede oramai presente il Salvatore (I strofa). Certo la salvezza ancora non si è
realizzata, ma la certezza, assicurata dalla presenza di Giovanni, fa parlare il profeta al I passato. Poi si risale nel tempo (II strofa) e la storia d’Israele appare in
una luce nuova. La realtà presente da un senso a tutto il passato. Ora si può constatare che i profeti avevano ragione. Essi non hanno fatto altro che sostenere
la speranza d’Israele, e noi tutti, che ora ne riceviamo l’annunzio, possiamo confermare che il nostro Dio è un Dio fedele. Ma si può anche risalire oltre i profeti,
fino al padre Abramo, vissuto circa 1800 anni prima (III strofa). Dio gli aveva promesso di renderci (Zaccaria si sente parte di un popolo e della sua lunga storia)
liberi dal potere dei nostri nemici. Quante volte lo ha fatto Dio durante i secoli, ma ora lo fa in modo tutto nuovo e definitivo per rendere capaci tutti noi di vivere
nella giustizia e nella santità, cioè di condurre una vita onesta, fatta di fedeltà e tutta rivolta all’agire misericordioso di Dio (M. Galizzi, Vangelo secondo Luca,
Ed. Elledici, 50-51).
Giovanni Battista fa di tutto per non rischiare il culto della personalità tipico dei falsi profeti di ogni tempo: annuncia qualcuno più grande di sé, nonostante lui
fosse ritenuto grande dai suoi discepoli; conduce, inoltre, perlopiù una vita appartata per preparare la strada a Gesù. Nella vita di ognuno, specialmente per noi
“ristretti”, c’è bisogno di qualcuno nell’ombra e nella pazienza che ci prepara un futuro diverso dal passato che ci ha condotto in OPG: la conversione necessita
di un terreno predisposto, l’annuncio della salvezza deve trovare monti spianati e valli colmate. Ogni uomo ha bisogno di un proprio percorso di “preparazione”
e il Salmo ci mostra come il Signore lo abbia ben presente, considerando ogni uomo nella sua singolarità, per comprendere e leggere le nostre azioni e i nostri
cammini, fin nei particolari più minuti della vita (“viscere”, “ossa”, “quando seggo e quando mi alzo”). Abbiamo bisogno di essere considerati singolarmente e
intimamente; in noi c’è tanta voglia di dimostrare. Invece, spesso qui si soffre senza essere messi alla prova della conversione e della riconciliazione. Con
questo non intendiamo mischiare la giustizia terrena con quella di Dio, la cui messa alla prova è fin più dura, ma dire il bisogno di essere accompagnati nella
strada da percorrere. Nel confronto, infine, tra vecchio e nuovo testamento, l’Unto del Signore non conquista più le nazioni con guerre e potenza fisica, simile in
tutto a quella di ogni potente della terra, ma con la passione, morte e risurrezione, cioè con il superamento del paradigma del potere e il ribaltamento delle
aspettative degli uomini. Il modo di Dio nello stare accanto al suo popolo muta, radicalizzando quella vicinanza che ha sempre contraddistinto la storia di
Israele (Gruppo Degenti e Volontari Ospedale Psichiatrico).
Passi biblici paralleli
vv 57-58 Gn 21,2-3.6: Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era
nato, che Sara gli aveva partorito. Sara disse: “Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà di me!”.
Nm 23,19: Dio non è un uomo da potersi smentire, non è un figlio dell’uomo da potersi pentire. Forse Egli dice e poi non fa? Promette una cosa che poi non
adempie?
Sal 113,9: Fa abitare la sterile nella sua casa quale madre gioiosa di figli.
Rt 4,14-17: E le donne dicevano a Noemi: “Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare un riscattatore perché il nome del defunto si perpetuasse
in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia; perché lo ha partorito tua nuora che ti ama e che vale per te più di sette figli”. Noemi
prese il bambino e se lo pose in grembo e gli fu nutrice. E le vicine dissero: “E’ nato un figlio a Noemi!”. Essa lo chiamò Obed: egli fu il padre di Iesse, padre di
Davide.
Is 66,9-10: Io che apro il grembo materno, non farò partorire?” dice il Signore. “Io che faccio generare, chiuderei il seno?” dice il tuo Dio. Rallegratevi con
Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa
Lc 1,13-14: Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.
Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita.
Rm 12,15: Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
1Cor 12,26: Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
v 59 Gn 17,12: Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello
comperato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe.
Gn 21,3-4: Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Abramo circoncise suo figlio Isacco, quando questi ebbe otto giorni,
come Dio gli aveva comandato.
Es 4,25: Allora Zippora prese una selce tagliente, recise il prepuzio del figlio e con quello gli toccò i piedi e disse: “Tu sei per me uno sposo di sangue”.
Lv 12,3: L’ottavo giorno si circonciderà il bambino.
Gs 5,8: Quando si terminò di circoncidere tutta la nazione, rimasero al loro posto nell’accampamento finché furono guariti.
Gv 7,22-23: Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora se un uomo
riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?
At 7,8; Fil 3,5.
v 60 2 Sam 12,25: Il Signore amò Salomone e mandò il profeta Natan, che lo chiamò Iedidià per ordine del Signore.
Is 8,3: Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: “Chiamalo Mahèr-salàl-cash-baz”.
Mt 1,25; Lc 1,13.
v 61 Lc 1,22: Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
v 63 Pr 3,3: Bontà e fedeltà non ti abbandonino; lègale intorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore,
Is 30,8: Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne.
Ger 17,1; Ab 2,2; Lc 1,13.
v 64 Es 4,15-16: Tu gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete fare.
Parlerà lui al popolo per te: allora egli sarà per te come bocca e tu farai per lui le veci di Dio.
Sal 51,15: Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
Sal 118,18-19: Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. Apritemi le porte della giustizia: voglio entrarvi e rendere grazie al
Signore.
Is 12,1; Ez 3,27; Ez 29,21; Ez 33,22; Mt 9,33; Mc 7,32-37; Lc 1,20.
v 65 Gs 10,6.40: Allora gli uomini di Gàbaon mandarono a dire a Giosuè, all’accampamento di Gàlgala: “Non privare del tuo aiuto i tuoi servi. Vieni presto da
noi; salvaci e aiutaci, perché si sono alleati contro di noi tutti i re degli Amorrei, che abitano sulle montagne”. Così Giosuè battè tutto il paese: le montagne, il
Negheb, il bassopiano, le pendici e tutti i loro re. Non lasciò alcun superstite e votò allo sterminio ogni essere che respira, come aveva comandato il Signore,
Dio di Israele.
Lc 1,39; At 2,43; At 5,5.11; At 19,17.
v 66 1Re 18,46: La mano del Signore fu sopra Elia che, cintosi i fianchi, corse davanti ad Acab finché giunse a Izrèel.
2 Re 3,15: Ora cercatemi un suonatore di cetra”. Mentre il suonatore arpeggiava, cantando, la mano del Signore fu sopra Eliseo.
Sal 80,18; At 11,21.
v 80 Gdc 13,24-25: Poi la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò a investirlo
quando era a Macane-Dan, fra Zorea ed Estaol.
1Sam 3,19-20: Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a
Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore.
Mt 3,1; Mt 11,7; Mc 1,3-4; Gv 1,31; Lc 2,40.52.
Note del testo
La natività di Giovanni Battista richiama immediatamente quella di Gesù: la nascita miracolosa del Precursore, generato da un padre anziano e da una madre
sterile, non avevano infatti altro scopo che quello di preparare la venuta imminente del Salvatore. L’amico doveva nascere prima dello Sposo, il servo prima del
suo Signore, la voce prima del Verbo, il messaggero prima del giudice, il riscattato prima del Redentore. Giovanni è stato precursore del Cristo con la sua
nascita, la sua predicazione, il suo battesimo, la sua morte. La sua figura diventa modello per ogni cristiano che deve disegnare il suo profilo interiore su quello
del suo Signore. Giovanni è il discepolo vero del Signore; lo precede nel tempo, ma in realtà lo segue, nella vita e nella morte. La sua vita è sequela di Gesù
nel martirio e nella testimonianza. Il compito del Battista era quello di orientare i cuori verso Gesù, di preparare un popolo ben disposto al Signore Gesù. Così il
vero discepolo a cui preme il regno di Dio dev’essere capace di essere come un indice puntato verso il suo Signore, deve dirottare l’attenzione su Dio, deve
proclamare non le sue tesi ma la volontà divina, deve gioire quando vede che gli altri non si fermano presso di lui, ma accorrono a colui che egli ha indicato.
Era giusto che fosse chiamato “voce” colui che veniva dopo le altre profezie. La festa di Giovanni non è di Giovanni ma del Signore. Oggi è giorno di gioia
perché è prossimo il giorno in cui la Parola sarà annunciata.
La liturgia pone come I lettura il secondo canto del servo del Signore, scelto da Dio fin dal seno materno. Molte delle qualità del servo del Signore sono in effetti
trasponibili alla figura del Battista. Conosciuto e chiamato fin dal grembo materno, il servo riceve di poter parlare nel nome del Signore. Le immagini che applica
a se stesso evocano una vocazione alla battaglia: spada affilata nella mano del Signore, freccia appuntita nella sua faretra. Ma si tratta sempre di metafore
riferite alla parola. Il servo allora riceve l’assicurazione che la sua parola avrà la forza della spada affilata, perché Dio intende manifestare in lui la sua gloria.
(A): L’evangelista presenta i futuri genitori di Giovanni il Battista: Zaccaria (Dio si ricorda) e la sua sposa Elisabetta (il mio Dio è giuramento). Zaccaria ed
Elisabetta sono presentati come ‘giusti’, cioè raffigurano i credenti dell’AT con le loro speranze e la loro vita di fede, spesso sofferta. La loro condizione di
irrimediabile; sul fallimento di ogni possibilità umana Dio scriverà l’inizio di un momento decisivo della storia della salvezza.
(B): Per capire Giovanni Battista non bisogna guardare lui, ma guardare Gesù. Per cogliere il senso della sua missione non bisogna fermarsi alle sue parole o
alla sua persona, ma a colui al quale le sue parole si riferiscono e al quale la sua vocazione è subordinata: “uno, al quale io non sono degno di sciogliere i
sandali”. Dunque, Giovanni Battista è il grande strumento del Signore; che il Signore si è preparato e attraverso cui il Signore realizza il suo progetto di fare
arrivare la luce fino agli estremi confini della terra. Quindi una grande vocazione di Giovanni, ma nello stesso tempo una vocazione di puro servizio e di
nascondimento, orientata a fare emergere il significato e il valore di qualcun altro e di qualcos’altro, cioè di quello che Dio vuole realizzare.
(C): Giovanni Battista ha un’origine misteriosa e divina, e ha un compito anch’esso misterioso e divino che va di là della sua identità umana. La nascita di
Giovanni Battista non è normale. C’è stato di mezzo una sterilità, un’incapacità e un’impossibilità umana; c’è l’opera di Dio. L’opera di Dio è in ogni bambino
che nasce, ma in questo bambino l’opera di Dio si manifesta in un modo particolarmente intenso, perché “Dio ha esaltato in Elisabetta la sua misericordia”.
(D): Secondo le prescrizioni di Gen 17,12 il bambino viene circonciso nell’ottavo giorno. Ma anche in questo caso non è la circoncisione che interessa, bensì
l’imposizione del nome. È il nome indicato dall’angelo nell’annuncio a Zaccaria, non un nome determinato dalle consuetudini familiari. L’azione di Dio non è
prigioniera delle consuetudini. Giovanni è un dono della misericordia di Dio, e Dio vuole per lui un nome che ne dica l’identità e la missione, non un nome che
semplicemente indica la parentela. Giovanni – che significa “Dio fa grazia” – è il nome adatto.
(E): La Scrittura ci parla di una verità che la attraversa: la storia è sotto il governo di Dio. Il Signore della storia è Dio ed Egli la guida nella sua provvidenza. La
questione del nome di Giovanni va in questo senso. ‘Non c’è nessuno della tua parentela che porti questo nome’ dicono ad Elisabetta. La genealogia viene dal
passato e va verso il futuro. Elisabetta ci dice che c’è una storia che viene dal futuro. La novità del nome di Giovanni è la novità di Dio. Nella prima lettura c’è
una investitura. La reazione del profeta è: invano ho faticato. Questa è la grande tentazione ma anche la legge dell’opera di Dio. L’intervento di Dio passa
sempre attraverso un apparente ‘scacco’. La morte di Giovanni e di Gesù sono una sconfitta per il mondo; Dio usa le sconfitte di Giovanni e di Gesù, ma se noi
oggi siamo qui è per quella morte e per quella sconfitta. Il Signore ci dice: non temere, Io guido la storia e l’unica cosa che ti chiedo è di affidarti a me.
(F): Nel momento in cui Elisabetta riafferma con forza che il nome di quel bimbo dovrà essere Giovanni, allora dicono: non c’è nessuno della tua parentela che
si chiami con questo nome. C’è una condizione nuova che attraverso il nome dato a questo bambino viene a realizzarsi. C’è una parentela interrotta. Il nuovo
modo di essere di Dio e il suo fare grazia rappresenta una novità: non c’è continuità con le parentele degli uomini; non è una parentela quella che siamo
chiamati a vivere, ma è una cosa nuova. Questa cosa nuova è appunto che Dio fa grazia. Dio fa grazia attraverso una persona che è Giovanni. Allora ogni
persona può essere Dio che fa grazia. Ogni persona può dare origine a dei legami non di parentela ma di misericordia.
(G): Nella disputa del nome si confrontano due modi di vedere la vita: quello di chi si limita a registrare i fatti, anche gioiosi, che accadono e quello che invece
ha scoperto che la vita e la storia degli uomini sono guidate da Dio. Non è scontato che Zaccaria confermi che il nome dovrà essere quello stabilito: è invece
importante che lo faccia, perché il progetto è di Dio, ma è necessario che l’uomo lo faccia proprio.
(H): Di fronte all’agire di Dio c’è la meraviglia, c’è il timore, c’è la gioia. Sono tutti sentimenti che si troveranno anche di fronte a Gesù e sono anche i sentimenti
che accadono nel mattino di Pasqua: la gioia, il timore, la meraviglia. Attenzione, dunque, con tutti coloro con i quali Dio fa grazia. In tutti coloro nei quali Dio ha
deciso di fare grazia, in tutti i nati dalle sterili, in tutti coloro che hanno messo a tacere gli increduli vengono anticipati quelli che sono i dati della passione.
Prefazio suggerito: “Noi ti lodiamo per le meraviglie operate in Giovanni Battista, che fra tutti i nati di donna hai eletto e consacrato a preparare la via a Cristo
Signore. Presentando la sua venuta, egli sussultò di gioia nel seno materno, e nella nascita prodigiosa preannunciò la gioia della redenzione, e solo tra tutti i
profeti, indicò finalmente l’Agnello del nostro riscatto. Egli battezzò nelle acque del Giordano lo stesso tuo Figlio, autore del Battesimo, e sigillò la sua
testimonianza a Cristo con l’effusione del sangue” (prefazio proprio)

Diaconia N. 12, 2006





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domenica 19 aprile 2009

Natività di San Giovanni Battista 24 Giugno


Giovanni Battista è il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, che non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce.
Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina e chiamato affettuosamente “San Giovannino”.
Ciò testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di Cristo, da essere da lui definito “Il più grande tra i nati da donna”.
Egli è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù, perché gli rese testimonianza ancora in vita. È tale la considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l’unico santo dopo Maria ad essere ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche nel giorno della sua nascita terrena (24 giugno); ma quest’ultima data è la più usata per la sua venerazione, dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo, che lo tengono come loro santo patrono.
Inoltre fra i nomi maschili, ma anche usato nelle derivazioni femminili (Giovanna, Gianna) è il più diffuso nel mondo, tradotto nelle varie lingue; e tanti altri santi, beati, venerabili della Chiesa, hanno portato originariamente il suo nome; come del resto il quasi contemporaneo s. Giovanni l’Evangelista e apostolo, perché il nome Giovanni, al suo tempo era già conosciuto e nell’ebraico Iehóhanan, significava: “Dio è propizio”.
Nel Vangelo di s. Luca (1, 5) si dice che era nato in una famiglia sacerdotale, suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta, discendeva da Aronne. Essi erano osservanti di tutte le leggi del Signore, ma non avevano avuto figli, perché Elisabetta era sterile e ormai anziana.
Un giorno, mentre Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve l’arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore” e proseguendo nel descrivere le sue virtù, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza di Elia.
Dopo quella visione, Elisabetta concepì un figlio fra la meraviglia dei parenti e conoscenti; al sesto mese della sua gravidanza, l’arcangelo Gabriele, il ‘messaggero celeste’, fu mandato da Dio a Nazareth ad annunciare a Maria la maternità del Cristo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi anche Elisabetta, tua parente, nella vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile; nulla è impossibile a Dio”.
Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo saluto, declamò il bellissimo canto del “Magnificat”, per le meraviglie che Dio stava operando per la salvezza dell’umanità e mentre Elisabetta esultante la benediceva, anche il figlio che portava in grembo, sussultò di gioia.
Quando Giovanni nacque, il padre Zaccaria che all’annuncio di Gabriele era diventato muto per la sua incredulità, riacquistò la voce, la nascita avvenne ad Ain Karim a circa sette km ad Ovest di Gerusalemme, città che vanta questa tradizione risalente al secolo VI, con due santuari dedicati alla Visitazione e alla Natività.
Della sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un’età conveniente, Giovanni conscio della sua missione, si ritirò a condurre la dura vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza.
Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta; e Giovanni in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato.
Anche i soldati del re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla popolazione; e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3, 13).
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
E alla delegazione ufficiale, inviatagli dai sommi sacerdoti disse, che egli non era affatto il Messia, il quale era già in mezzo a loro, ma essi non lo conoscevano; aggiungendo “Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”.
Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30).
La sua missione era compiuta, perché Gesù prese ad iniziare la sua predicazione, aveva formato il gruppo degli apostoli e discepoli ed era seguito da una gran folla; egli aveva predicato proprio per questo, preparare un popolo degno, che accogliesse Gesù e il suo messaggio di Redenzione.
Aveva operato senza indietreggiare davanti a niente, neanche davanti al re d’Israele Erode Antipa († 40 d.C.), che aveva preso con sé la bella Erodiade, moglie divorziata da suo fratello; ciò non era possibile secondo la legge ebraica, la “Torà”, perché il matrimonio era stato regolare e fecondo, tanto è vero che era nata una figlia Salomè.
Per questo motivo un giudeo osservante e rigoroso come Giovanni, sentiva il dovere di protestare verso il re per la sua condotta. Infuriata Erodiade gli portava rancore, ma non era l’unica; perché il Battesimo che Giovanni amministrava, perdonava i peccati, rendendo così inutili i sacrifici espiatori, che in quel tempo si facevano al Tempio, e ciò non era gradito ai sacerdoti giudaici.
Erode fece arrestare e mettere in carcere Giovanni su istigazione di Erodiade, la quale avrebbe voluto che fosse ucciso, ma Erode Antipa temeva Giovanni, considerandolo uomo giusto e santo, preferiva vigilare su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava molto turbato.
Ma per Erodiade venne il giorno favorevole, quando il re diede un banchetto per festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”; Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista.
A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia.
Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista.
Molti testi apocrifi, come anche i libri musulmani, fra i quali il Corano, parlano di lui; dai suoi discepoli si staccarono Andrea e Giovanni apostoli per seguire Gesù. Il suo culto come detto all’inizio si diffuse in tutto il mondo conosciuto di allora, sia in Oriente che in Occidente e a partire dalla Palestina si eressero innumerevoli Chiese e Battisteri a lui dedicati.
La festa della Natività di S. Giovanni Battista fin dal tempo di s. Agostino (354-430), era celebrata al 24 giugno, per questa data si usò il criterio, essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’arcangelo Gabriele a Maria.
Le celebrazioni devozionali, folkloristiche, tradizionali, sono diffuse ovunque, legate alla sua venerazione; come tanti proverbi popolari sono collegati metereologicamente alla data della sua festa.
S. Giovanni Battista, tanto per citarne alcune, è patrono di città come Torino, Firenze, Imperia, Ragusa, ecc. Per quanto riguarda le reliquie c’è tutta una storia che si riassume; dopo essere stato sepolto privo del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore; nel 361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le ceneri.
Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle ceneri (?), portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate, con tutti i dubbi collegati.
Per la testa che si trovava a Costantinopoli, per alcuni invece ad Emesa, purtroppo come per tante reliquie del periodo delle Crociate, dove si faceva a gara a portare in Occidente reliquie sante e importanti, la testa si sdoppiò, una a Roma nel XII secolo e un’altra ad Amiens nel XIII sec.
A Roma si custodisce senza la mandibola nella chiesa di S. Silvestro in Capite, mentre la cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo, custodirebbe il Sacro Mento. Risparmiamo la descrizione di braccia, dita, denti, diffusi in centinaia di chiese europee.
Al di là di queste storture, frutto del desiderio di possedere ad ogni costo una reliquia del grande profeta, ciò testimonia alla fine, la grande devozione e popolarità di quest’uomo, che condensò in sé tanti grandi caratteri identificativi della sua santità, come parente di Gesù, precursore di Cristo, ultimo dei grandi profeti d’Israele, primo testimone-apostolo di Gesù, battezzatore di Cristo, eremita, predicatore e trascinatore di folle, istitutore di un Battesimo di perdono dei peccati, martire per la difesa della legge giudaica, ecc.


Autore: Antonio Borrelli


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SAN GIOVANNI BATTISTA DA WIKIPEDIA

SAN GIOVANNI BATTISTA DA WIKIPEDIA
San Giovanni Battista (venerato da tutte le chiese cristiane e santo per tutte quelle che ammettono il culto dei Santi) è una delle personalità più importanti dei Vangeli, e la sua vita e predicazione sono costantemente intrecciate con l'opera di Gesù. Insieme a quest'ultimo, Giovanni Battista è presente anche nel Corano, come uno dei massimi profeti che precedettero Maometto

Fonte principale sulla vita e la figura del Battista sono i Vangeli. Essi affermano che era figlio di Zaccaria e di Elisabetta e fu generato quando i genitori erano in tarda età. La notizia, di per sé non inverosimile, è interpretabile come a sottolineare l'eccezionalità del personaggio (figli di genitori anziani furono anche Isacco, figlio di Abramo, e, secondo tradizioni tarde, la Vergine Maria). La sua nascita fu annunciata dallo stesso arcangelo Gabriele che diede l'annuncio a Maria; quando questa andò a visitare Elisabetta, il nascituro balzò di gioia nel ventre materno. Per aver conosciuto direttamente Gesù, e per averne annunciato l'arrivo ancor prima di nascere, Giovanni è ricordato come "il più grande dei profeti". Luca lo colloca in un quadro storico ben preciso, donandoci nomi e cognomi dei protagonisti politici di quel tempo (Luca 3,1-2), riconducibile al periodo corrispondente agli anni 27 e 28 dell'era volgare, anno decimo quinto dell'imperio di Tiberio.

Elisabetta allora era nel sesto mese; questo ha permesso agli agiografi di fissare la nascita di Giovanni tre mesi dopo il concepimento di Gesù, e sei mesi prima della sua nascita; e da Agostino sappiamo che la celebrazione della nascita di Giovanni al 24 giugno era antichissima nella chiesa cattolica africana: unico santo, insieme alla Vergine Maria, di cui si celebra non solo la morte (il dies natalis, cioè la nascita alla vita eterna), ma anche la nascita terrena.



Sentita la chiamata, Giovanni andò a vivere nel deserto, conducendo vita di penitenza e di preghiera, secondo la tradizione ebraica del voto di nazireato: "Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico" (Marco 1,6). Si discute tuttora sui possibili rapporti fra il Battista e la comunità giudaica degli Esseni, che vivevano in comunità monastiche nel deserto, aspettavano l'avvento del Messia e praticavano il battesimo come rito di purificazione. La novità del battesimo di Giovanni, rispetto alle abluzioni di tipo rituale che già si conoscevano nella tradizione giudaica, consiste nel preciso impegno di "conversione", da parte di coloro che andavano a farsi battezzare da lui. Secondo alcuni vangeli apocrifi,in seguito alla morte della madre si recò nel deserto dove fu istruito dagli angeli e uomini sapienti per la sua futura missione

Giovanni Battista annunciò più volte di riconoscere in Gesù il Messia annunciato dai profeti, ma il momento culminante è quello in cui Gesù stesso volle essere battezzato da lui nelle acque del Giordano; in quell'occasione Giovanni additò Gesù ai suoi seguaci come "l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo" (Giovanni 1,29). Tuttavia risulta che molti continuarono a dirsi seguaci del Battista ancora a lungo, e non è certo che tutti abbiano poi aderito alla Chiesa cristiana.



La polemica tra discepoli del Battista e di Gesù (Marco 2,18) , è un leit motiv (motivo trainante) dei Vangeli, dai quali traspare che lo stesso Battista, convinto del carisma profetico di Gesù, non rimase altrettanto convinto della sua messianicità definitiva, tanto da mandargli alcuni dei suoi più fidati discepoli a domandargli per suo conto 'Se è Lui quello che deve venire (il Messiah) o se si dovesse aspettare che venisse un altro Messia ancora (Matteo11,2). Il Battista dopo aver visto la manifestazione dello Spirito (Matteo 3,16) su Gesù e avere udito la Voce del Padre che parlava di Gesù come dell'eletto (Matteo 3,17) , non decide di sciogliere la sua scuola e di seguire Gesù come uno dei suo discepoli! Sceglie invece di andare a predicare (Marco 6,18) il rispetto della Torah a un reuccio la cui autorità, tutt'altro che biblica, era tenuta in assai poco conto dalle varie scuole spirituali dell'epoca. Il Battista paga con la vita la sua scelta, il suo coraggioso e coerente amore della verità, ma lascia ai lettori dei Vangeli un grosso dubbio: fu un martire della fede Cristiana o solo della Torah? È a lui che allude Gesù quando, dopo aver ribadito la sua messianicità con il richiamo ad Isaia (Matteo 11,5), dichiara beato chi non si scandalizza di Lui? È per questo comportamento che Gesù lo definisce, pur essendo il più grande tra i nati di donna (in quanto a carismi ricevuti dall'infanzia (Luca 1,44) fino al Battesimo sul Giordano) 'il minimo nel regno' (Matteo 11,11)? A testimonianza della grande importanza storica di quest'episodio, la precedente sentenza di Gesù su Giovanni Battista, anche se distorta in chiave gnostica, è riportata dal vangelo copto di Tommaso nel capitolo 46, nella maniera seguente: Gesù disse: "Da Adamo a Giovanni Battista nessun nato da donna fu più grande di Giovanni Battista, sì che (davanti a lui) egli debba abbassare gli occhi. Tuttavia vi dissi: Tra di voi chiunque sarà piccolo conoscerà il Regno e sarà più grande di Giovanni".



Forse, più che a Paolo di Tarso e ai contrasti con la comunità gerosolomita guidata da Giacomo, è proprio a Giovanni Battista che bisogna guardare per capire perché il cristianesimo e l'ebraismo hanno percorso nella storia due cammini diversi. Paolo in fondo, affermando la superiorità della grazia sulla legge, voleva solo liberare il messaggio cristiano dall'obbligo di seguire la cultura da cui era venuto. Il Battista invece, tralasciando di seguire il Cristo che pur aveva additato come 'Agnello di Dio', venne meno alla sua missione eliatica (vedi anche Elia) di riconciliare il cuore dei padri con quello dei figli (Malachia 3,1-24) - (Matteo 17,10-12).

La storia non è fatta di 'se' e di 'ma', pur tuttavia viene spontaneo domandarsi se il gruppo delle cosiddette colombe, che appartenevano al Sinedrio, come Nicodemo (Giovanni 3,1-36) e Giuseppe d'Arimatea, avesse potuto annoverare il Battista come uno dei grandi sostenitori di Gesù, ... come sarebbero andate le cose dopo la resurrezione di Gesù?



Battista morì a causa della sua predicazione. Egli condannò pubblicamente la condotta di Erode Antipa, che conviveva con la cognata Erodiade; il re lo fece prima imprigionare, poi, per compiacere la bella figlia di Erodiade, Salomè, che aveva ballato ad un banchetto, lo fece decapitare.



La morte per decapitazione ha fatto si che San Giovanni Battista sia divenuto famoso anche come San Giovanni Decollato. La celebrazione del martirio di Giovanni Battista o celebrazione di San Giovanni Decollato è fissata al 29 agosto (probabile data del ritrovamento della reliquia della testa del Battista). Molte chiese, luoghi di culto e città sono dedicate a questo santo.



Secondo la tradizione della Chiesa Cattolica, il capo del Santo è ora conservato nella Chiesa di San Silvestro in Capite a Roma. La reliquia pervenne a Roma durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143). Fino al 1411, la reliquia veniva portata ogni anno in processione da quattro arcivescovi. Un'altra tradizione affermava invece che la testa fosse custodita nella cattedrale d'Amiens, ma la veridicità della reliquia romana fu dimostrata da Oliviero Iozzi. Il capo custodito a Roma è senza la mandibola, conservata nella cattedrale di San Lorenzo a Viterbo.

Il piatto che secondo la tradizione avrebbe accolto la testa del Battista è custodito a Genova, nel Tesoro della cattedrale di San Lorenzo, assieme alle ceneri del Santo.

Una parte delle ceneri di San Giovanni Battista e resti di altri martiri sono conservati nella antica Chiesa del Monastero delle Benedettine di Loano (ora chiesa della Confraternita dei Disciplinanti Bianchi).

Un dito, donato dall'Antipapa Giovanni XXIII, sarebbe conservato nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, in quanto corredo della Cattedrale.

Altre reliquie sarebbero conservate a Damasco, nella Moschea degli Omayyadi. Un dente si conserva nella cattedrale di Ragusa ed un altro, insieme ad una ciocca di capelli a Monza.

Altre reliquie, una piccola quantità di ceneri, si trova a Chiaramonte Gulfi, nella chiesa Commendale dell'Ordine di Malta, altre invece a Pozzallo.



http://it.wikipedia.org/wiki/San_Giovanni_Battista

martedì 9 dicembre 2008

SANTI ELISABETTA E ZACCARIA

SANTI ELISABETTA E ZACCARIA


Elisabetta e Zaccaria erano i genitori di Giovanni Battista, prescelti da Dio per la loro devozione, la purezza di cuori e il grande amore verso il prossimo. Elisabetta, nonostante la sua santità, era sterile: una vergogna per una donna ebrea che si vedeva esaltata soltanto nella maternità. Ma proprio perché sterile lei entra nel novero delle grandi figure femminili ebree che per grazia di Dio hanno dato la vita a personaggi fondamentali nella storia religiosa del popolo di Dio. La sua condizione di donna sterile resa feconda dalla grazia divina attesta come Dio ami costruire le sue più belle opere dal nulla, dalla povertà delle sue creature. Dopo l’annuncio della prossima maternità, Elisabetta, si tiene nascosta per cinque mesi, per essere unita a Dio: le sue giornate sono così suddivise tra silenzio, preghiera e meditazione. Natole il figlio, decide di chiamarlo Giovanni con pieno consenso del marito, dopo di che Elisabetta scompare nel nulla. Zaccaria, come Elisabetta, era giusto, pio e santo, perché osservava scrupolosamente la legge di Dio. Essendo ormai vecchi, egli pregava ugualmente per avere la grazia di un figlio. Egli fu ascoltato e ottenne miracolosamente un figlio. Inizialmente era incredulo all’annunzio celeste della nascita di un figlio per il quale aveva pregato con tanto ardore; per credere ha bisogno di un segno: egli, infatti, rimarrà muto fino a quando verrà alla luce Giovanni. A parte ciò Zaccaria era un uomo scrupoloso, sacerdote esemplare, dotato anche dello spirito di profezia e degno di essere il padre del cosiddetto “precursore del Messia”.






nomi di Santa Elisabetta e San Zaccaria non compaiono nel Calendario della Chiesa, ma per lunga tradizione questo giorno è sacro alla memoria dei genitori del Battista, cioè di Santa Elisabetta e di San Zaccaria, suo sposo.
Troviamo la loro storia nelle prime, mirabili pagine dell'Evangelo di San Luca, nelle quali è tracciato il prologo del più incredibile avvenimento della storia dell'umanità: l'Incarnazione di Dio tra gli uomini.
" Al tempo di Erode, re della Giudea - si legge - c'era un sacerdote di nome Zaccaria, la cui moglie era delle figlie di Aronne e si chiamava Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e camminavano in modo irreprensibile in tutti i comandamenti e precetti del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, e tutti e due erano molto avanti con gli anni ".
La mancanza di una discendenza era considerata quasi un'onta, e formava il segreto tormento dell'anziana coppia di Israeliti. Ma un giorno, mentre Zaccaria offriva l'incenso nel Santuario, un Angiolo gli apparve alla destra dell'altare, per annunziargli che le preghiere sue e di Elisabetta erano state finalmente esaudite.
" Tua moglie ti darà un figlio - disse l'Angiolo - al quale metterai nome Giovanni. Egli sarà per te motivo di gioia e di contentezza, e molti gioiranno per la nascita di lui, perché sarà grande nel cospetto del Signore... ".
Così il vecchio sacerdote e la sua sterile moglie vengono a partecipare al sublime evento dell'Incarnazione. Nascerà da loro Giovanni, " profeta dell'Altissimo ", il primo e più grande testimone di Cristo nel mondo.
Per aver dubitato delle parole dell'Angiolo, Zaccaria resterà muto per tutto il tempo della trepidante maternità di Elisabetta. E fu in quel periodo, trascorsi sei mesi, che Elisabetta ricevette la visita di una lontana parente, Maria di Nazaret, sposa del falegname Giuseppe.
" Entrata in casa di Zaccaria - narra ancora San Luca - Maria salutò Elisabetta. Ed avvenne che, appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel seno, ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo e ad alta voce esclamò: "Benedetta tu sei tra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno... Te beata, che hai creduto, perché si compiranno le cose dette a te dal Signore" ".
Sant'Elisabetta fu così la prima donna a salutare in Maria la Madre del Redentore non ancora nato. Si può dire che sia la prima credente nella storia del Cristianesimo. Maria le risponderà con il meraviglioso cantico di ringraziamento, non a lei, ma alla potenza di Dio, il Magnificat.
Dopo la nascita di Giovanni, la lingua di Zaccaria si scioglierà per poter pronunziare il nome di Giovanni, imposto dall'Angiolo al figlio, " profeta dell'Altissimo ". E anche Zaccaria pieno di Spirito Santo, alzerà il suo inno di gioia e di benedizione:
" Benedetto sia il Signore, Dio d'Israele, -perché ha visitato e redento il suo popolo; -ha suscitato per noi un potente salvatore - nella casa di David suo servo - come aveva annunziato per bocca dei suoi santi e dei suoi profeti - fin dall'inizio dei tempi ". Con la Natività, Elisabetta e Zaccaria spariscono dalle pagine del Vangelo, spariscono dalla storia, scivolano nella penombra che circonda la luce folgorante della Redenzione. Non si sa altro, ma non c'è bisogno di sapere altro per vedere nei due vecchi sposi l'immagine dell'umanità nuova, ideali progenitori di tutti coloro che lodano la misericordia di Dio, benedicono la prescelta tra tutte le donne, e gioiscono nell'amore del suo divino Figliuolo.



Archivio Parrocchia
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venerdì 29 agosto 2008

LITURGIA CATTOLICA DEL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL BATTISTA

Liturgia del Martirio di San Giovanni Battista

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






29 AGOSTO
MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA
(sec. I)
Memoria


LETTURE: Ger 1, 17-19; Sal 70; Mc 6, 17-29



«Il più grande fra i nati di donna », secondo l’elogio di Gesù. morì vittima per la fede nei valori di conversione messianica che aveva predicato. Il racconto del suo martirio per decapitazione, avvenuto nella fortezza di Macheronte sul Mar Morto, dove il vizioso Erode si era ritirato in vacanza, Gesù lo ascoltò dalla viva voce dei discepoli del Battista (tra i quali Giovanni l’evangelista e Andrea) (Mc 6,17-29). La data di oggi ricorda forse la dedicazione dell’antica basilica in onore del Precursore dei Messia eretta a Sebaste, in Samaria.






Precursore della nascita e della morte di Cristo

Dalle «Omelie» di san Beda, il Venerabile, sacerdote
(Om. 23; CCL 122, 354. 356. 357)
Il beato precursore della nascita del Signore, della sua predicazione e della sua morte, dimostrò una forza degna degli sguardi celesti nel suo combattimento. Anche se agli occhi degli uomini ebbe a subire tormenti, la sua speranza è piena di immortalità, come dice la Scrittura (cfr. Sap 3, 4). E' ben giusto che noi ricordiamo con solenne celebrazione il suo giorno natalizio. Egli lo rese memorabile con la sua passione e lo imporporò del suo sangue. E' cosa santa venerarne la memoria e celebrarla in gioia di spirito. Egli confermò con il martirio la testimonianza che aveva dato per il Signore.
San Giovanni subì il carcere e le catene a testimonianza per il nostro Redentore, perché doveva prepararne la strada. Per lui diede la sua vita, anche se non gli fu ingiunto di rinnegare Gesù Cristo, ma solo di tacere la verità. Tuttavia morì per Cristo.
Cristo ha detto: «Io sono la verità» (Gv 14, 6), perciò proprio per Cristo versò il sangue, perché lo versò per la verità. E siccome col nascere, col predicare, col battezzare doveva dare testimonianza a colui che sarebbe nato, avrebbe predicato e battezzato, così soffrendo segnalò anche che il Cristo avrebbe sofferto.
Un uomo di tale e tanta grandezza pose termine alla vita presente con lo spargimento del sangue dopo la lunga sofferenza della catene. Egli annunziava la libertà della pace superna e fu gettato in prigione dagli empi. Fu rinchiuso nell'oscurità del carcere colui che venne a rendere testimonianza alla luce e che dalla stessa luce, che è Cristo, meritò di essere chiamato lampada che arde e illumina. Fu battezzato nel proprio sangue colui al quale era stato concesso di battezzare il Redentore del mondo, di udire la voce del Padre su di lui e di vedere la grazia dello Spirito Santo scendere sopra di lui.
Ma a persone come lui non doveva riuscire gravoso, anzi facile e bello sopportare per la verità tormenti transitori ripagabili con le gioie eterne. Per uno come lui la morte non riusciva un evento ineluttabile o una dura necessità. Era piuttosto un premio, una palma di vita eterna per la confessione del nome di Cristo.
Perciò ben dice l'Apostolo: «A voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui» (Fil 1, 29). Chiama grazia di Cristo che gli eletti soffrano per lui: «Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà esser rivelata in noi» (Rm 8, 18).


MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 118,46-47
Signore, ho parlato dei tuoi insegnamenti
davanti ai re, senza arrossire:
mia gioia sono stati i tuoi precetti,
e io li ho intensamente amati.

Loquébar, Dómine, de testimóniis tuis in conspéctu regum, et non confundébar, et meditábar in mandátis tuis, quæ diléxi nimis.

Colletta
O Dio, che a Cristo tuo Figlio hai dato come precursore, nella nascita e nella morte, san Giovanni Battista, concedi anche a noi di impegnarci generosamente nella testimonianza del tuo Vangelo, come egli immolò la sua vita per la verità e la giustizia. Per il nostro Signore...

Deus, qui beátum Ioánnem Baptístam et nascéntis et moriéntis Fílii tui Præcursórem esse voluísti, concéde, ut, sicut ille veritátis et iustítiæ martyr occúbuit, ita et nos pro tuæ confessióne doctrínæ strénue certémus. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 1, 17-19
Alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerà.

Dal libro del profeta Geremia
In quei giorni, la parola del Signore mi fu rivolta per dirmi:
«Tu, cingiti i fianchi,
alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti alla loro vista,
altrimenti ti farò temere davanti a loro.
Ed ecco oggi io faccio di te
come una fortezza, come un muro di bronzo
contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 70
Sei tu, Signore, la difesa del giusto.

In te mi rifugio, Signore,
ch'io non resti confuso in eterno.
Liberami, difendimi per la tua giustizia,
porgimi ascolto e salvami.

Sii per me rupe di difesa,
baluardo inaccessibile,
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza.
Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio.

Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno.

La mia bocca annunzierà la tua giustizia,
sempre proclamerà la tua salvezza.
Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.

Canto al Vangelo Cf Mt 5,10
Alleluia, alleluia.
Beati i perseguitati per amore della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.





Vangelo Mc 6, 17-29
Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista». Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Sulle Offerte
Accogli, o Padre, le nostre offerte, e fa' che camminiamo sempre nella via di santità, che san Giovanni Battista proclamò con voce profetica nel deserto, e confermò con il sangue. Per Cristo nostro Signore.

Da nobis, Dómine, per hæc múnera quæ tibi offérimus, illam tuárum rectitúdinem semitárum, quam beátus Ioánnes, vox in desérto clamántis, edócuit, et, fuso sánguine, magna virtúte signávit. Per Christum.

Prefazio
E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Noi ti lodiamo per le meraviglie operate in san Giovanni Battista,
che fra tutti i nati di donna hai eletto e consacrato
a preparare la via a Cristo Signore.
Fin dal grembo materno esultò per la venuta del redentore;
nella sua nascita preannunziò i prodigi dei tempi messianici
e, solo fra tutti i profeti,
indicò al mondo l'Agnello del nostro riscatto.
Egli battezzò nelle acque del Giordano
lo stesso suo Figlio, autore del Battesimo,
e rese a lui la testimonianza suprema
con l'effusione del sangue.

E noi, uniti negli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. In cuius Præcursóre beáto Ioánne tuam magnificéntiam collaudámus, quem inter natos mulíerum honóre præcípuo consecrásti. Qui cum nascéndo multa gáudia præstitísset, et nondum éditus exsultásset ad humánæ salútis advéntum, ipse solus ómnium prophetárum Agnum redemptiónis osténdit. Sed et sanctificándis étiam aquæ fluéntis ipsum baptísmatis lavit auctórem, et méruit fuso sánguine suprémum illi testimónium exhibére. Et ídeo, cum cælórum Virtútibus, in terris te iúgiter prædicámus, maiestáti tuæ sine fine clamántes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...

Antifona alla Comunione Gv 3,27.30
Giovanni rispose:
«Lui deve crescere, io invece diminuire».

Respóndit Ioánnes: Illum opórtet créscere, me autem mínui.

Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai riuniti alla tua mensa nel glorioso ricordo del martirio di san Giovanni Battista, donaci di venerare con fede viva il mistero che abbiamo celebrato e di raccogliere con gioia il frutto di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Concéde nobis, Dómine, beáti Ioánnis Baptístæ natále recenséntibus, ut et salutária sacraménta quæ súmpsimus significáta venerémur, et in nobis pótius édita gaudeámus. Per Christum.


http://www.maranatha.it/Feriale/santiProprio/0829Text.htm

IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL BATTISTA IN MATTEO

IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA

STUDIO BIBLICO



VANGELO SECONDO SAN MATTEO : 14, 1-13



[1]In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. [2]Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui».


[3]Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. [4]Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!». [5]Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.

[6]Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode [7]che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. [8]Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». [9]Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data [10]e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. [11]La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. [12]I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

[13]Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto.



http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/47-MatteoPage.htm

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IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL BATTISTA IN MARCO

IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA




Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 6,17-29.

Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,
perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.





Traduzione liturgica della Bibbia


http://www.vangelodelgiorno.org/www/main.php?language=IT&localTime=08/29/2008